Rischi da catastrofi naturali, troppe aziende senza copertura assicurativa

Roma – L’Italia come noto è fortemente esposta sia a livello sismogenetico che a livello idrogeologico. Nonostante la forte esposizione a tali rischi, c’è un limitato utilizzo dei prodotti assicurativi in questo settore.  Da una ricerca condotta da Anra (Associazione Nazionale dei Risk Manager e Responsabili Assicurazioni Aziendali)  realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, Università di Parma e Università degli Studi di Firenze sono emerse interessanti risultanze nel merito.

C’è una percentuale di aziende che si sono dotate di strumenti per la copertura di questa tipologia di rischi avvalendosi genericamente di una polizza assicurativa all-risk o multirischio. Tra i rischi coperti, spiccano quelli del ramo property (79%), interruzione di attività (52%) e casuality (34%).

È peraltro significativa  la percentuale elevata  di aziende che non ha mai acquistato alcun tipo di copertura per rischi catastrofali, percependo come trascurabili le conseguenze e i danni eventuali derivanti da eventi atmosferici o idrogeologici estremi. Questo evidenzia come non si prenda ancora abbastanza in considerazione un aspetto che sempre più caratterizza lo scenario dell’Italia: l’aumento degli eventi catastrofici dovuti al cambiamento climatico, che si aggiunge con frequenza crescente all’elevata vulnerabilità data dalla conformazione geologica.

Quando si verificano questi fenomeni, i danni economici sono ingenti: il 22% delle aziende intervistate ha dichiarato di aver subito danni catastrofali che hanno causato una perdita diretta tra i 5 e i 10 milioni di euro (17%) o addiritturasuperiore ai 50 milioni di euro (10,4%).

A tutela del proprio business, è sempre più necessaria un’attenta analisi dei rischi ed azioni di prevenzione delle perdite con ritenzione del rischio residuo, siti di disaster recovery e piani di continuità operativa: una serie di misure implementate soltanto dal 17% dei rispondenti.