Recovery Plan: 50 miliardi per trasporti ecologici e sicurezza su ponti e strade

Roma – Crescono i fondi destinati ai settori dell’edilizia e degli investimenti pubblici. Il governo ha in programma una serie di spese per migliorare i trasporti ecologici e potenziare la viabilità su strade e ponti. Incrementare, dunque, la previsione di spesa per le grandi opere, assicurando più sostenibilità e sicurezza.

Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) – attraverso il quale il governo italiano chiede i fondi previsti dal Recovery Plan dell’Unione Europea (il piano di ripresa che finanzia l’economia dei paesi membri dopo l’emergenza sanitaria Covid19) – è inclusa una serie di interventi che riguardano la mobilità ecologica (per esempio fra le categorie rientrano mezzi privati, mezzi pubblici, veicoli condivisi) e la scurezza sulle infrastrutture (come viadotti, ponti, porti, strade, piste ciclabili).

All’Italia in tutto dovrebbero arrivare 222 miliardi di euro. Succederà dopo l’approvazione da parte del Parlamento e la successiva (si spera) approvazione dell’Unione europea. Il PNRR prevede 31,98 miliardi destinati alle infrastrutture e 18,22 per realizzare progetti di mobilità verde e transizione ecologica. In tutto, più di 50 miliardi.

Quali sono gli obiettivi?

1) – Potenziamento di ferrovie e strade.

2) – Aumento della sicurezza e della manutenzione di ponti e viadotti (notoriamente molto fragili e malandati nel nostro paese).

3) – Attuazione di programmi di trasporto intermodale; prevedono soluzioni di viaggio integrate per spostarsi in modo veloce, ecologico e conveniente con l’utilizzo combinato di diversi mezzi di trasporto.

4) – Attuazione di programmi di logistica integrata; si tratta del trasferimento di materie prime e prodotti finiti da un luogo all’altro – raccordato con produzione, marketing e gli altri comparti aziendali – per l’ottimizzazione di costi e tempi di produzione e il miglioramento della qualità.

5) – Riduzione delle emissioni nocive, col conseguente miglioramento della qualità dell’aria nei centri abitati.

6) – Produzione e utilizzo di idrogeno prodotto da fonti rinnovabili

7) – Incremento della mobilità last mile (ultimo miglio): si riferisce ai mezzi necessari per percorrere le brevi distanze da o verso le fermate dei mezzi pubblici e dei treni.

8)- Maggiore ricorso a energie rinnovabili e diminuzione nell’utilizzo di combustibili di origine fossile (benzina e gasolio prima di tutto).

9) – Incremento della mobilità condivisa nei centri urbani (auto, moto, bici e monopattini in sharing, cioè con un noleggio rapido per breve tempo).

10) – Realizzazione di nuove piste ciclabili: 1.000 km nelle città e 1.600 km ad uso turistico.

Oltre alla nomina dei singoli commissari al lavoro, passerà probabilmente un anno dal varo del decreto semplificazioni, manca infatti l’accordo con le Regioni sulle opere. L’aumento dei fondi del Recovery plan, al Ministero delle Infrastrutture sono stati apprezzati soprattutto per la mobilità sostenibile che balzano da 27,8 a 31,98 miliardi, facendo posto soprattutto a un piano di potenziamento delle ferrovie locali.

Fuori delle poste del ministero delle Infrastrutture c’è il dissesto idrogeologico che vale 3,97 miliardi. Il totale per l’edilizia supera i 52 miliardi.